"Vietato l'accesso in chiesa". Fedeli cacciati perché recitano il rosario

Scritto il 31/08/2025
da Nico Spuntoni

Nella cattedrale di Valence, in Francia, un cartello intima il divieto d'ingresso a chi pregava ad alta voce

Fedeli cacciati dalla chiesa perché volevano recitare il rosario. La vicenda, che ha del paradossale, arriva dalla Francia e viene riportata dal popolare blog MiL (Messainlatino) a riportarla. Protagonista è la cattedrale della diocesi di Valence, una suffraganea dell'arcidiocesi di Lione. Il prologo del fattaccio risale al 22 agosto, quando un gruppo di fedeli provenienti dalla chiesa di Notre-Dame si è radunato nella cappella del Santissimo Sacramento della cattedrale per recitare il rosario. Il gruppo è stato interrotto da un membro del servizio d'ordine della cattedrale che ha intimato loro di fare silenzio e poi è arrivato allo scontro verbale con uno dei fedeli. La scena si è replicata il 27 agosto quando il custode, cercando di impedire il momento di preghiera, ha detto che non si poteva pregare senza il permesso del sacerdote.

Il cartello

Gli episodi del 22 e del 27 agosto, però, sono stati sono la premessa di una spiacevole sorpresa che il gruppo di cattolici "in trasferta" si è ritrovato giungendo in cattedrale il 28 agosto. Sulla bacheca della chiesa, infatti, coprendo informazioni probabilmente più importanti, regnava un foglio scritto a penna in cui era scritto che è "vietato l'accesso ai fedeli di Notre-Dame". Forte del pezzo di carta, il custode ha insistito ad impedire l'ingresso ai fedeli sostenendo che quello era il volere del rettore, padre Guillaume Teissier. Insomma, altro che la Chiesa del "Todos, todos, todos!" invocata da Francesco: a Valence addirittura è stato messo per iscritto il divieto d'accesso ad una determinata categoria di fedeli.

La replica

Lo sdegno provocato dalla notizia ha costretto la diocesi ad intervenire con un comunicato. Nella nota si legge:

"A seguito della pubblicazione di un annuncio che vieta l'ingresso della cattedrale ai fedeli di Notre Dame (ma prontamente rimosso), ci dispiace per questa personale iniziativa del guardiano. Infatti ognuno ha diritto di entrare in cattedrale purché sia in un atteggiamento rispettoso dei luoghi e delle persone. Non è possibile tollerare preghiere pubbliche, collettive e ad alta voce fatte senza il permesso del Rettore, né tollerare aggressioni. Invochiamo la ragione e la responsabilità di tutti".

La diocesi quindi è stata costretta a confermare l'esistenza del cartello e ha "scaricato" il custode che ne è stato l'autore, scusandosi per il mancato accesso ma sostenendo che non sono tollerate preghiere pubbliche ad alta voce e parlando di aggressioni. Una versione, quest'ultima, smentita dalla comunità di fedeli di Notre Dame che ha replicato sostenendo come "nessuna violenza fisica o verbale è stata commessa o inflitta contro il custode".

La guerra liturgica

Questo brutto episodio è una delle tante conseguenze della cosiddetta guerra liturgica che si è aperta con la promulgazione di Traditionis custodes e l'abrogazione del Summorum Pontificum. I fedeli locali di sensibilità tradizionale sono ai ferri corti con il vescovo per la decisione da poco comunicata di togliere alla parrocchia di Saint-Émilien - di cui la cattedrale fa parte - l'assistenza spirituale dei sacerdoti della Fraternità Sacerdotale di San Pietro e di confinare la celebrazione della messa tridentina nella sola chiesa di Notre Dame. A provocare tensioni nelle diocesi è sempre l'applicazione letterale delle restrizioni contro la cosiddetta messa in latino. Leone XIV, il Papa dell'unità, saprà ricucire anche questa ferita?