L'Italia entra negli ultimi mesi del 2025 con due certezze: il giudizio incoraggiante dell'Ocse, mai così positivamente orientata nei confronti del nostro Paese (anche per il conclamato risanamento dei conti pubblici portato avanti dal ministro Giorgetti) e il record dell'occupazione. Due fatti che raccontano un Paese che, pur tra le varie difficoltà globali, continua a muoversi nella direzione giusta. L'organizzazione parigina, nel presentare l'aggiornamento dell'Outlook economico, ha riconosciuto che il consolidamento di bilancio italiano procede in modo solido e che il nostro debito inizia finalmente a mostrare i segni di una gestione più responsabile ed efficace. Un messaggio di fiducia che si sovrappone ai numeri da primato del mercato del lavoro, con un tasso di occupazione al 62,7% e oltre 24,2 milioni di persone impiegate, livelli mai toccati in vent'anni di serie storiche.
Nella scheda dedicata al nostro Paese, l'Ocse sottolinea come l'Italia stia mantenendo una gestione prudente e realistica dei conti. "Il consolidamento di bilancio prosegue e contribuisce a ridurre i costi del debito", osserva l'organizzazione, indicando per il 2025 un deficit/Pil in discesa al 2,9% e un ulteriore miglioramento al 2,6% nel 2027. Un percorso che, come precisato, passa anche attraverso il controllo della spesa pubblica e che garantisce credibilità sui mercati e stabilità finanziaria.
A Parigi, il segretario generale Mathias Cormann ha sottolineato l'importanza della continuità delle politiche di risanamento, elogiando la capacità italiana di mantenere la rotta. Il responsabile economico Luiz de Mello ha insistito sulla necessità di proseguire senza esitazioni: "Mantenere la traiettoria di risanamento è particolarmente importante per un Paese con un livello di debito piuttosto elevato". Secondo de Mello, però, l'Italia è anche una terra di opportunità. "Le riforme strutturali consentirebbero di potenziare il tasso di crescita", soprattutto valorizzando il contributo dei giovani e dei lavoratori senior e continuando a investire in transizione verde e infrastrutture.
Mentre l'Ocse confermava la fiducia nella solidità dei conti italiani, l'Istat registrava un mese di ottobre da incorniciare. L'aumento di 75mila occupati in un solo mese, il calo della disoccupazione al 6% e la crescita dell'occupazione femminile mostrano un mercato del lavoro dinamico, capace di consolidarsi ben oltre la fase emergenziale degli anni scorsi. Il governo rivendica, con toni misurati ma fermi, l'efficacia delle politiche adottate. Il ministro del Lavoro Marina Calderone ha sottolineato che "il 62,7% di occupazione conferma la validità della strategia adottata dal governo in questi ultimi tre anni" e ha garantito che l'azione riformatrice proseguirà per allargare ulteriormente la platea degli occupati. Il sistema ha mostrato una robustezza che istituzioni e imprese non vedevano da tempo, tanto che Confcommercio ha parlato di un segnale "da accogliere con favore, tra gli spiragli di ripresa" che caratterizzano la fine del 2025.
Intanto, da Palazzo Madama sul fronte della manovra filtrano notizie positive riguardo all'intesa sulla tassazione di banche e assicurazioni, che contribuirà a finanziare le modifiche alla legge di Bilancio senza ricorrere a ulteriori aumenti fiscali strutturali. Grazie a un accordo basato su anticipazioni di liquidità attraverso un'ulteriore limitazione della deducibilità delle perdite su crediti (si stimano circa 200 milioni l'anno per tre anni), l'esecutivo punta a reperire risorse importanti senza gravare sui profitti. Altre risorse potrebbero giungere dall'intesa con le assicurazioni sull'imposta applicata alle polizze per danni al conducente. Minimo comun denominatore: conciliare le esigenze pubbliche con la stabilità del sistema finanziario.

