Gad Lerner, il fuoriclasse dell'invidia

Scritto il 31/08/2025
da Francesco Maria Del Vigo

Piccoli accorgimenti disinteressati in caso di invidia acuta e rosicamento intenso: bloccare immediatamente i social network, astenersi dal digitare commenti dei quali ci si pentirà poche ore dopo o, nella peggiore delle ipotesi, consegnare il cellulare ad amici o familiari. In poche parole: difendersi da se stessi. Operazione che, con ogni evidenza, non è riuscita a Gad Lerner.

Minimo riassunto dei fatti: sabato mattina il Foglio di Claudio Cerasa pubblica una indiscrezione secondo la quale Giorgia Meloni vorrebbe come suo portavoce a Palazzo Chigi l'attuale direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Notizia che nessuna delle due parti ha confermato, ma tanto è bastato per movimentare verso il travaso la bile di Gad Lerner. "Carrierona meritata, quella di Gian Marco Chiocci, autore dello scoop del secolo: 20 minuti d'intervista a Gennaro Sangiuliano su Maria Rosaria Boccia. Così nell'Italia di Meloni si vola direttamente dalla direzione del Tg1 a Palazzo Chigi. È il giornalismo, bellezza", twitta Lerner poco dopo aver letto il Foglio e, presumiamo, dopo aver ingurgitato - senza risultato alcuno - qualche compressa di Maalox.

Giusto un paio di precisazioni, partendo dal presupposto che, in quel determinato momento, un'intervista a Gennaro Sangiuliano valeva a peso d'oro e solo un giornalista non avveduto o pazzo la avrebbe rifiutata. Ma quello che Gad Lerner finge di non vedere è il curriculum di Chiocci: inviato speciale del Giornale, direttore del Tempo e poi dell'Adnkronos. Ma soprattutto autore di scoop memorabili che, dalle colonne di questo giornale, hanno terremotato la politica italiana: da Affittopoli fino all'inchiesta sulla casa di Montecarlo finita nella disponibilità di Gianfranco Fini e poi rivenduta al cognato. Che, se non saranno stati gli scoop del secolo, probabilmente lo sono stati per i loro rispettivi anni di pubblicazione. Insomma, uno che con le notizie ha una certa consuetudine e ciò è riconosciuto in modo trasversale.

Ma Gad Lerner finge di non vedere anche il proprio di curriculum, nel quale compare una fugace direzione del Tg1, iniziata nell'aprile del 2000 e finita pochi mesi dopo, quando rassegna le dimissioni (per omesso controllo) dopo lo scandalo della pubblicazione delle immagini di alcuni minori coinvolti in un caso di pedopornografia. Ad esser cattivi si potrebbe dire: da che microfono viene la predica? Ma, soprattutto, da uno che è volato da Lotta Continua ai vertici dell'editoria cartacea e televisiva sempre con la tessera di partito in tasca (è uscito dal Pd nel 2017 perché era troppo di destra) ci aspettavamo un po' più di coerenza. O semplicemente che dopo aver letto il Foglio chiudesse in un cassetto il cellulare almeno per 24 ore. E qui non si tratta di giornalismo. È l'invidia, bellezza.