Mogherini e Sannino rilasciati nella notte

Scritto il 03/12/2025
da Redazione web

Sono coinvolti nel presunto scandalo sui fondi per i giovani diplomatici europei. Le accuse: frode negli appalti, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale

Terminati gli interrogatori condotti dalla polizia federale delle Fiandre occidentali, nella notte sono stati rilasciati Federica Mogherini, Stefano Sannino e Cesare Zegretti, coinvolti nel presunto scandalo sui fondi per i giovani diplomatici europei. Le accuse, com'è noto, sono frode negli appalti e corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale. I tre sono stati rilasciati perché "non ritenuti a rischio di fuga".

Mogherini, Sannino e Zegretti, fa sapere la procura europea, "sono stati formalmente informati delle accuse a loro carico". Gli inquirenti evidenziano inoltre che "tutte le persone sono innocenti fino a prova contraria da parte dei tribunali belgi competenti".

A muovere la procura europea sono stati "forti sospetti" di irregolarità nell'appalto per la nuova Accademia diplomatica europea. Inutile sottolineare che l'operazione colpisce il cuore della diplomazia comunitaria, portando nella rete della giustizia l'ex Alta rappresentante dell'Ue. La procura ritiene che l'istituto - dal 2020 sotto la guida di Mogherini - abbia ottenuto informazioni privilegiate sui criteri di selezione del bando prima della pubblicazione ufficiale. Un potenziale vantaggio competitivo che ha subito fatto scattare l'allarme degli investigatori guardiani del bilancio dell'Unione.

Alla memoria riaffiorano i fantasmi del Qatargate - esploso proprio a dicembre di tre anni fa e rimasto poi al punto di partenza - e le recenti ombre su Huawei.

L'ambasciatore Stefano Sannino è attualmente oggetto anche di una verifica amministrativa dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf), relativa al sospetto che, durante il suo mandato alla guida del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae), possa aver favorito alcuni candidati nell'assegnazione di ruoli di alto livello in violazione delle procedure interne. Nell'ambito dell'inchiesta della procura Ue, per Sannino - già segretario generale del Seae, oggi direttore della Direzione generale della Commissione europea per il Medio Oriente e il Nord Africa -, precisano le stesse fonti, l'esecutivo comunitario ha acconsentito a revocare l'immunità relativa ai beni, permettendo agli investigatori di accedere ai suoi dispositivi elettronici, mentre per il Seae sarebbe stata temporaneamente sospesa l'immunità degli uffici al fine di consentire ulteriori perquisizioni.