Più Sanremo, meno Maga. Con la politica stretta che lascia spazio al nazionalpopolare e l'imminente campagna referendaria sulla separazione delle carriere che fagocita la folta pattuglia di ospiti internazionali che ha caratterizzato le ultime edizioni di Atreju. Alla tradizionale kermesse di FdI che si aprirà sabato ai piedi di Castel Sant'Angelo, infatti, ci sarà sì il presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen, ma nessun esponente del turbotrampismo come era accaduto gli ultimi due anni, nel 2023 con Elon Musk e nel 2024 con il presidente argentino Javier Milei. "Una scelta del tutto casuale", assicura Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione del partito. Ma che sembra più adatta a un edizione di Atreju che di fatto già guarda alla campagna elettorale permanente che dal referendum confermativo sulla giustizia di fine marzo-inizio aprile ci accompagnerà fino alle politiche della primavera 2027.
A snocciolare i 450 relatori che parteciperanno agli 82 panel previsti nell'edizione della kermesse più lunga di sempre (ben nove giorni, dal 6 al 14) è Francesco Filini, responsabile nazionale del programma di Fdi. Il taglio del nastro è previsto per sabato alle 15 con l'inaugurazione dell'ormai immancabile pista di pattinaggio, mentre alle 16 sarà il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ad aprire formalmente le danze. Sarà solo il prima di una lunga lista di esponenti delle opposizioni, circa una ventina. Tra loro il leader M5s Giuseppe Conte (intervistato da Paolo Del Debbio), oltre a una corposa pattuglia del Pd, in particolare l'area riformista con in testa Lorenzo Guerini. Ci saranno anche i neopresidenti di Campania e Puglia, il grillino Roberto Fico e il dem Antonio Decaro. Oltre a Matteo Renzi (Italia Viva), Carlo Calenda (Azione), Riccardo Magi (+Europa) e Angelo Bonelli (Avs). Insomma, dell'opposizione si fa prima a dire chi non ci sarà. E i nomi sono due: Elly Schlein e Maurizio Landini. La prima, come è noto, è stata invitata e ha finito per incartarsi nel gioco al rilancio. Il secondo, invece, non è proprio stato invitato. Perché, minimizza Donzelli, "negli anni passati lo abbiamo fatto e non è stato gradito", così "quest'anno non abbiamo voluto mettere in difficoltà" il segretario della Cgil.
Ci sarà, invece, il presidente della Cei Matteo Zuppi e, in videocollegamento, pure Luigi Di Maio, ex leader M5s ora inviato Ue per il Golfo.
Tutti presenti, ovviamente, i big della maggioranza, sparpagliati nei dibatti tematici della kermesse. E a turno addobberanno anche il presepe di Atreju. Interviste singole, invece, per il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro della Difesa Guido Crosetto (con Marco Travaglio) e il vicepresidente della Commissione Ue Raffaele Fitto. Confronto a due, invece, per Gianfranco Fini e Francesco Rutelli che rievocheranno la sfida per il Campidoglio del 1993.
La nove giorni di Castel Sant'Angelo sarà anche l'occasione per iniziare a puntare i riflettori sul referendum confermativo della riforma della giustizia. Non è affatto casuale, infatti, che le due sale dei dibattuti siano dedicate una a Enzo Tortora e l'altra a Rosario Livatino. E a parlare di separazione delle carriere, in due panel distinti, saranno il ministro Carlo Nordio, la presidente di Magistratura democratica Silvia Albano, Antonio Di Pietro e il presidente dell'Anm Cesare Parodi.
Ampio spazio, poi, alla "quota pop". Ci saranno, infatti, Mara Venier, Carlo Conti, Ezio Greggio, Raoul Bova (nel panel sul deep fake con Arianna Meloni) e Ilaria D'Amico. Del mondo dello sport, oltre ai due ct delle nazionali di pallavolo Julio Velasco e Fefè De Giorgi, riscalderà i dibattiti anche Gianluigi Buffon.
La giornata conclusiva domenica 14 dicembre. Dopo gli interventi di Maurizio Lupi, Antonio Tajani e Matteo Salvini, sarà come sempre Giorgia Meloni a chiudere la kermesse.