Quando si parla di politica estera, scacchiere internazionale e guerra in Ucraina i toni dello scontro politico nostrano sono sempre aspri. Se poi a scontrarsi sono due posizioni diametralmente opposte il rischio di una vera e propria rissa verbale è dietro l’angolo. Un esempio è il diverbio a distanza di ieri tra Carlo Calenda e Alessandro Di Battista. Il primo, fondatore di Azione, fieramente occidentale e vicino alle istanze degli ucraini da una parte e degli Stati Uniti dall’altra. Il secondo, invece, sempre critico con il governo di Kiev e ancora di più con quello guidato da Donald Trump al di là dell’oceano.
“Credo che occorra chiarire se Alessandro Di Battista – il cui ‘libro’ riprende il nome della campagna di propaganda del Cremlino in Occidente – sia legato in qualche modo a: società di propaganda russe; aziende che fanno business in Russia”, scrive Calenda in un post su X che accende il dibattito. “Considerato anche il fatto che è ospite fisso di numerose trasmissioni televisive e che in passato, come Salvini, ha firmato un accordo di collaborazione formale con Russia Unita a nome dei 5S. Ci sono, io credo, gli estremi per una verifica approfondita degli organi preposti alla sicurezza dello Stato”, aggiunge il senatore e leader di Azione.
“Carletto quindi stai chiedendo agli ‘organi preposti alla sicurezza dello Stato’ di verificare i miei legami con la Russia perché non ti piace il titolo del mio libro? Fantastico”, la risposta piccata di Di Battista, a cui dopo alcune ore segue un nuovo messaggio, sempre via social. Da qui Calenda sbotta: “Alessandro, vorrei solo sapere se la propaganda ai russi la fai gratis o pagato. Trasparenza e Onestà, insomma, ti ricorda qualcosa?”. Il riferimento è agli slogan del vecchio Movimento 5stelle fondato da Beppe Grillo e promosso dallo stesso Di Battista nei primi anni. Non manca una stoccata finale di Dibba: “Questi finti democratici sono campioni di tentativi di censura e vili intimidazioni dall’alto dei loro ruoli. A Calenda non va giù che vi siano in Italia cittadini che non si sono bevuti le balle Ue e Nato e che hanno il coraggio di esporsi noncuranti delle puerili rappresaglie mediatiche e politiche”.