Una McLaren per Leo, il piccolo Senna che guida come Prost

Scritto il 03/12/2025
da Umberto Zapelloni

Fornaroli oggi compie 21 anni, sarà test driver del team inglese: "Mi piace correre da ragioniere"

Leo è fatto così. Due giorni dopo aver vinto il titolo di Formula 2 è al settimo cielo, ma pensa «ci sono alcune cose che avrei potuto fare meglio, però anche gli errori fanno parte del gioco». Leonardo Fornaroli, 21 anni oggi, è un perfezionista che parla già come un professionista anche se il bello deve ancora cominciare. Dopo aver vinto Formula 3 e Formula 2 in due anni di fila si sente pronto al grande salto che farà come test driver della McLaren in F1, ieri l'annuncio. «Loro hanno un bel programma racing con Indy e Wec, ma io sarò focalizzato sulla F1. Ho già incontrato sia Andrea Stella che Alessandro Alunni Bravi che hanno già cominciato a darmi dei consigli da seguire in pista e fuori». Sarà un anno di attesa, un anno di scuola, un po' come ha fatto Piastri rimasto dietro le quinte una stagione dopo aver vinto in Formula 2. «So di avere ancora tanto da imparare nello studio dei dati, della meccanica. Voglio migliorare per poter dare ai miei ingegneri indicazioni precise per migliorare la macchina. L'anno scorso quando ho vinto in Formula 3 all'ultima curva dell'ultima gara a Monza ho imparato tanto sotto il profilo della gestione dello stress». La calma, la tranquillità, la concentrazione sono una delle sue doti migliori. Viene definito un pilota ragioniere, un piccolo Prost, e a lui va benissimo: «Pensare molto durante le mie gare a cercare di sfruttare ogni opportunità, ogni situazione perché possa andare a mio favore è quello che cerco di fare, è quello che ho fatto anche in Qatar. Non mi dà fastidio essere definito ragioniere, anzi per me è una cosa bella».

L'amore per i motori, ereditato da papà, è arrivato tardi: «Prima ci ho provato con il basket, il nuoto e il calcio, ma ero una frana. Mi ricordo mia mamma che mi accompagnava in palestra e mi diceva di lasciar perdere perché passavo il mio tempo a guardare il soffitto invece di cercare il pallone». Poi improvvisamente, dopo un solo giro su un kart elettrico, è scoppiato l'amore. «Mio papà ha corso due anni nel team del papà di Antonelli e io e Kimi siamo diventati amici. Il mio primo ricordo in pista è quello di una gara a Imola vinta da papà con la Porsche con me e Kimi che siamo andati sul podio a festeggiare. In quel fine settimana stavano girando le riprese del film di Accorsi Veloce come il Vento dove tra l'altro usarono la macchina di papà per le riprese di corsa». Kimi è stato uno dei primi ad andare ad abbracciarlo. Poi è arrivato anche Bortoleto. «Molti ragazzi che hanno vinto nelle categorie minori sono arrivati in F1 e stanno facendo bene. Spero di allungare la lista». Per chi tifa non lo dice. Meglio non bruciarsi prima di diventare un pilota McLaren.